“Arginare il forte calo demografico dell’ultimo decennio con importanti misure di sostegno alla famiglia è fondamentale per evitare che l’Italia assista a un progressivo invecchiamento della sua popolazione, perdendo competitività rispetto agli altri paesi europei. Occorre dunque tornare in tempi brevi ai livelli del 2014 con oltre 500mila nascite annue”. Questo l’allarme lanciato, stamattina, a Roma, da Giancarlo Blangiardo, presidente dell’Istat, e rilanciato da Gigi De Palo, presidente della Fondazione della Natalità, e raccolto dalle istituzioni nazionali, dai leader dei maggiori partiti politici italiani e dalle aziende, in occasione del primo dei due giorni degli Stati generali della natalità, giunti alla seconda edizione. Secondo le proiezioni illustrate da Blangiardo, qualora non venisse arrestato il crollo delle nascite, “l’Italia conterà nel 2050 cinque milioni di abitanti in meno. Sulla popolazione totale solo poco più di una persona su due sarebbe in età da lavoro, con un 52% di persone tra i 20-66 anni che dovrebbero provvedere sia alla cura e alla formazione delle persone sotto i venti anni (16%), sia alla produzione di adeguate risorse per il mantenimento e l’assistenza ai pensionati (32%). In questo quadro le nascite annue potrebbero scendere nel 2050 a 298 mila unità, numeri molto lontani dalle auspicate 500 mila nascite annue considerate necessarie per il raggiungimento del corretto equilibrio demografico”.
Fonte: SIR – Agenzia d’informazione.