«Superare il declino demografico a cui l’Europa sembra condannata»: l’invito che il presidente Sergio Mattarella ha proposto nel suo discorso di giuramento giovedì scorso in Parlamento parte dalla consapevolezza che i dati sulle nuove nascite non sono mai stati così allarmanti.
Rispetto a inizio secolo perse 136mila culle l’anno, dal 2008 la virata al ribasso. A Barletta e Sassari crollo della natalità record (quasi 40%), la provincia emiliana limita l’effetto pandemia
A livello nazionale il tasso di natalità 2020 è crollato del 28% rispetto all’inizio del millennio, che significa circa 125.550 nuovi nati in meno nell’arco dell’anno. Un trend che la pandemia non sembra affatto aver interrotto, anzi: proiettando su base annua i dati provvisori dei bilanci demografici mensili (aggiornati fino a novembre), nel 2021 sarebbero sparite altre 10.500 culle per un totale di circa 136mila. Basta un esempio per capire gli effetti del Covid-19: il solo mese di gennaio 2021, a cui vengono attribuiti i cosiddetti “figli del lockdown del 2020”, ha fatto registrare quasi 5.000 nati in meno (-13,6%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. «i dati territoriali – aggiunge Blangiardo – sottolineano come il fenomeno della denatalità sia generalizzato. La variazione negativa è ovunque a due cifre e anche nelle realtà che risultano meno colpite il fenomeno ha una dimensione di assoluto rilievo».
Continua a leggere l’articolo di Michela Finizio su Il Sole 24 ORE.